La serie di 12 stampe riprodotte e raccolte in questa cartella è tratta da I Discorsi di Pietro Andrea Mattioli…nelli sei libri di Dioscoride Anazarbeo…, la traduzione dal greco del De Materia Medica. Dopo la prima edizione del 1544 in lingua volgare, ne seguirono numerose altre; tra queste particolarmente pregevole risulta quella “a figure grandi” stampata nel 1568 a Venezia che offre le stupende tavole qui allegate.
Un esemplare di quella prestigiosa edizione è stata affidata al pittore botanico Gherardo Cibo (1512- 1600), che ne ha colorato magistralmente le tavole arricchendole di paesaggi. L’opera è oggi conservata presso la Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma, che ha concesso ad Aboca il diritto di riproduzione dell’intera opera.
La cartella presenta una scelta delle tavole più rappresentative sia della scienza del Mattioli che dell’arte del Cibo:
- Pomi di Adamo (Citrus lumia)
- Castagne del cavallo (Porri, ovvero gambi delle gambe de cavalli)
- Elefante (Elephante)
- Miele (Mele)
- Fava d'Egitto (Colocasia antiquorum)
- Malva maggiore (Malva maior)
- Ciano maggiore (Cyanus segetum maior)
- Dragontea acquatica (Dracunculus vulgaris)
- Agarico (Agaricus campestris)
- Ninfea Bianca (Nymphaea alba)
- Tasso (Taxus baccata)
- Distillatore (Fornace prima).
Le 12 tavole sono contenute in una cartella cartonata rivestita esternamente con vivella verde; le tavole sono divise da separatori in carta velina e alloggiate in una nicchia in legno verniciato trasparente, applicata in terza di copertina, con nastro per facilitare l’estrazione.
La serie di 12 stampe riprodotte e raccolte in questa cartella è tratta da I Discorsi di Pietro Andrea Mattioli…nelli sei libri di Dioscoride Anazarbeo…, la traduzione dal greco del De Materia Medica. Dopo la prima edizione del 1544 in lingua volgare, ne seguirono numerose altre; tra queste particolarmente pregevole risulta quella “a figure grandi” stampata nel 1568 a Venezia che offre le stupende tavole qui allegate.
Un esemplare di quella prestigiosa edizione è stata affidata al pittore botanico Gherardo Cibo (1512- 1600), che ne ha colorato magistralmente le tavole arricchendole di paesaggi. L’opera è oggi conservata presso la Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma, che ha concesso ad Aboca il diritto di riproduzione dell’intera opera.
La cartella presenta una scelta delle tavole più rappresentative sia della scienza del Mattioli che dell’arte del Cibo:
- Pomi di Adamo (Citrus lumia)
- Castagne del cavallo (Porri, ovvero gambi delle gambe de cavalli)
- Elefante (Elephante)
- Miele (Mele)
- Fava d'Egitto (Colocasia antiquorum)
- Malva maggiore (Malva maior)
- Ciano maggiore (Cyanus segetum maior)
- Dragontea acquatica (Dracunculus vulgaris)
- Agarico (Agaricus campestris)
- Ninfea Bianca (Nymphaea alba)
- Tasso (Taxus baccata)
- Distillatore (Fornace prima).
Le 12 tavole sono contenute in una cartella cartonata rivestita esternamente con vivella verde; le tavole sono divise da separatori in carta velina e alloggiate in una nicchia in legno verniciato trasparente, applicata in terza di copertina, con nastro per facilitare l’estrazione.