Gli erbari sono testi botanici che, oltre alla descrizione delle singole specie (i “semplici” dotati di proprietà medicinali), sovente sono corredati da illustrazioni, in certi casi anche di straordinario valore artistico. Non è facile stabilire una data di origine degli erbari. Si può ritenere che la loro creazione sia frutto di un’esigenza avvertita da medici e studiosi già nel mondo antico. È però con l’invenzione della stampa che gli erbari diventano meravigliosi oggetti d’arte e di cultura medica e botanica.
Erbari di Agnes Arber è un'opera che emerge da una profonda dimestichezza dell’autrice con i volumi stampati in un periodo cruciale per la storia delle conoscenze sul mondo naturale, che va dagli ultimi decenni del XV alla metà del XVII secolo, quando gli erboristi, lasciando il campo ai botanici, permisero alla scienza delle piante di caratterizzarsi progressivamente in senso moderno attraverso svariati tentativi di classificazione e incursioni nell’anatomia vegetale. Agli inizi del XVI secolo lo studio del mondo naturale si andava infatti trasformando in una disciplina concettuale e professionale e i botanici, insieme ad alcuni artisti, spesso dotati di grande talento, che li coadiuvavano nella raffigurazione delle piante, furono responsabili di un profondo rinnovamento culturale.
Con questa pubblicazione si vuole colmare una grave lacuna culturale e proporre al lettore italiano, tanto agli studiosi di storia della scienza quanto agli appassionati di botanica, un’opera fondamentale e ormai classica.
Agnes Robertson Arber (1879-1960) è stata una delle maggiori studiose di botanica del Novecento. Ha dedicato i suoi studi e le sue ricerche, oltre che alla botanica, alla morfologia delle piante, alla biologia, alla storia della botanica e alla filosofia della scienza. Studiò a Cambridge, dove conseguì il dottorato in Scienze naturali nel 1905. Nel 1946 venne nominata Fellow della Royal Society, prima donna ad accedere a tale carica. Per il suo contributo alla botanica ha ricevuto la medaglia d’oro della Linnean Society. Tra le sue opere si ricordano Monocotyledons (1925), The Natural Philosophy of Plant Form (1950), The Mind and the Eye (1954).
Gli erbari sono testi botanici che, oltre alla descrizione delle singole specie (i “semplici” dotati di proprietà medicinali), sovente sono corredati da illustrazioni, in certi casi anche di straordinario valore artistico. Non è facile stabilire una data di origine degli erbari. Si può ritenere che la loro creazione sia frutto di un’esigenza avvertita da medici e studiosi già nel mondo antico. È però con l’invenzione della stampa che gli erbari diventano meravigliosi oggetti d’arte e di cultura medica e botanica.
Erbari di Agnes Arber è un'opera che emerge da una profonda dimestichezza dell’autrice con i volumi stampati in un periodo cruciale per la storia delle conoscenze sul mondo naturale, che va dagli ultimi decenni del XV alla metà del XVII secolo, quando gli erboristi, lasciando il campo ai botanici, permisero alla scienza delle piante di caratterizzarsi progressivamente in senso moderno attraverso svariati tentativi di classificazione e incursioni nell’anatomia vegetale. Agli inizi del XVI secolo lo studio del mondo naturale si andava infatti trasformando in una disciplina concettuale e professionale e i botanici, insieme ad alcuni artisti, spesso dotati di grande talento, che li coadiuvavano nella raffigurazione delle piante, furono responsabili di un profondo rinnovamento culturale.
Con questa pubblicazione si vuole colmare una grave lacuna culturale e proporre al lettore italiano, tanto agli studiosi di storia della scienza quanto agli appassionati di botanica, un’opera fondamentale e ormai classica.
Agnes Robertson Arber (1879-1960) è stata una delle maggiori studiose di botanica del Novecento. Ha dedicato i suoi studi e le sue ricerche, oltre che alla botanica, alla morfologia delle piante, alla biologia, alla storia della botanica e alla filosofia della scienza. Studiò a Cambridge, dove conseguì il dottorato in Scienze naturali nel 1905. Nel 1946 venne nominata Fellow della Royal Society, prima donna ad accedere a tale carica. Per il suo contributo alla botanica ha ricevuto la medaglia d’oro della Linnean Society. Tra le sue opere si ricordano Monocotyledons (1925), The Natural Philosophy of Plant Form (1950), The Mind and the Eye (1954).