Negli ultimi decenni sono stati pubblicati numerosi studi che dimostrano la strettissima correlazione tra salute e ambiente ed è quindi di fondamentale importanza concepire l’ambiente come un fattore determinante per la salute di tutti.
L’inquinamento è ormai un fenomeno ubiquitario e capillare e l’esposizione ad agenti biologici (quali gli alimenti transgenici e i virus), fisici (come le radiazioni ionizzanti e non-ionizzanti), e chimici (metalli pesanti, pesticidi, diossina, ecc.) che persistono nell’ambiente, si bio-accumulano negli esseri umani e causano alterazioni dell’espressione genica, riguarda l’intera popolazione umana, le generazioni future e l’intera eco-biosfera.
L’OMS ha recentemente stimato che 1/4 delle malattie e delle morti dovrebbe essere oggi attribuito a fattori ambientali modificabili, e quindi prevenibili.
Esiste la diffusa, ma vaga, consapevolezza che tra i determinanti di salute vi siano cause ambientali come l’accumulo di sostanze inquinanti nell’aria, nell’acqua, nei suoli, nei cibi, così come c’è la consapevolezza di nuove insidie, come la diffusione invasiva e pervasiva dei campi elettromagnetici; ma non è sufficiente.
Le ricadute sulla salute sono sempre più evidenti e sono testimoniate dalla transizione epidemiologica che fa registrare un aumento delle malattie cronico-degenerative e produce l’aumento dei costi biologici e sanitari, mettendo a rischio la sostenibilità del sistema sanitario stesso.
In questo contesto i medici possono esercitare un ruolo attivo e centrale, poiché hanno le capacità, il dovere e la responsabilità di agire nell’interesse pubblico, trasferendo sia alle comunità che alle istituzioni le informazioni sui rischi legati alle modificazioni ambientali e sui vantaggi che si avrebbero evitando tali rischi.
I medici devono affermare la tutela del diritto, individuale e collettivo, alla salute e ad un ambiente salubre, e in questo ambito i medici di ISDE, Associazione Medici per l'Ambiente, credono che, per la sopravvivenza di un sistema sanitario pubblico, sia necessario e indispensabile un continuo confronto tra scienza medica e società.
Agostino Di Ciaula, medico, specialista in Medicina interna. Presidente Comitato Scientifico ISDE – Italia.
Vitalia Murgia, medico, specialista in Pediatria. Centro Studi per la formazione e la ricerca in pediatria del territorio (CESPER). Docente al Master di II livello in Clinical Pharmacy, Università Milano-Cagliari-Granada. ISDE – Italia Treviso.
Maria Grazia Petronio, medico specialista in Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica e in Nefrologia, coordinatore Ambiente e Salute Azienda USL Toscana centro. Professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina preventiva Università di Pisa. ISDE – Italia Pisa.
Negli ultimi decenni sono stati pubblicati numerosi studi che dimostrano la strettissima correlazione tra salute e ambiente ed è quindi di fondamentale importanza concepire l’ambiente come un fattore determinante per la salute di tutti.
L’inquinamento è ormai un fenomeno ubiquitario e capillare e l’esposizione ad agenti biologici (quali gli alimenti transgenici e i virus), fisici (come le radiazioni ionizzanti e non-ionizzanti), e chimici (metalli pesanti, pesticidi, diossina, ecc.) che persistono nell’ambiente, si bio-accumulano negli esseri umani e causano alterazioni dell’espressione genica, riguarda l’intera popolazione umana, le generazioni future e l’intera eco-biosfera.
L’OMS ha recentemente stimato che 1/4 delle malattie e delle morti dovrebbe essere oggi attribuito a fattori ambientali modificabili, e quindi prevenibili.
Esiste la diffusa, ma vaga, consapevolezza che tra i determinanti di salute vi siano cause ambientali come l’accumulo di sostanze inquinanti nell’aria, nell’acqua, nei suoli, nei cibi, così come c’è la consapevolezza di nuove insidie, come la diffusione invasiva e pervasiva dei campi elettromagnetici; ma non è sufficiente.
Le ricadute sulla salute sono sempre più evidenti e sono testimoniate dalla transizione epidemiologica che fa registrare un aumento delle malattie cronico-degenerative e produce l’aumento dei costi biologici e sanitari, mettendo a rischio la sostenibilità del sistema sanitario stesso.
In questo contesto i medici possono esercitare un ruolo attivo e centrale, poiché hanno le capacità, il dovere e la responsabilità di agire nell’interesse pubblico, trasferendo sia alle comunità che alle istituzioni le informazioni sui rischi legati alle modificazioni ambientali e sui vantaggi che si avrebbero evitando tali rischi.
I medici devono affermare la tutela del diritto, individuale e collettivo, alla salute e ad un ambiente salubre, e in questo ambito i medici di ISDE, Associazione Medici per l'Ambiente, credono che, per la sopravvivenza di un sistema sanitario pubblico, sia necessario e indispensabile un continuo confronto tra scienza medica e società.
Agostino Di Ciaula, medico, specialista in Medicina interna. Presidente Comitato Scientifico ISDE – Italia.
Vitalia Murgia, medico, specialista in Pediatria. Centro Studi per la formazione e la ricerca in pediatria del territorio (CESPER). Docente al Master di II livello in Clinical Pharmacy, Università Milano-Cagliari-Granada. ISDE – Italia Treviso.
Maria Grazia Petronio, medico specialista in Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica e in Nefrologia, coordinatore Ambiente e Salute Azienda USL Toscana centro. Professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina preventiva Università di Pisa. ISDE – Italia Pisa.