Il sentiero è il filo sottile con cui la terra è imbastita. Cucitura che da sempre mette in collegamento luoghi più o meno lontani ma anche persone, modi di vivere, intenti. Il sentiero unisce e permette di condividere conoscenze, scoperte e beni. È arrivato prima delle strade e per migliaia, migliaia d’anni è stato calpestato da coloro che, via via, hanno costruito le civiltà: cacciatori nomadi, agricoltori, commercianti, uomini d’arti e di armi, fabbricanti, filosofi, cavalieri e pellegrini. Il sentiero non è mai uguale nemmeno a sé stesso. Cambia in continuazione in base alle stagioni, al trascorrere del tempo, al mutare del clima e perfino al passare delle ore. Il sentiero non può essere uniformato, ognuno ha la sua funzione. C’è quello dei cacciatori, dei viandanti, di chi fa lavori ormai inusuali; c’è quello storico e religioso, quello che attraversa luoghi dimenticati; quello che porta verso la quiete di un rifugio e anche quello che sembra non condurre da nessuna parte ma che, a osservare bene intorno, ha ancora molto da raccontare. Il sentiero è anche capace di portarci dalla sicurezza di un posto noto all’incertezza di uno ignoto provocando a ogni passo sentimenti e sensazioni: paura, sgomento, euforia, consapevolezza, coraggio, scoperta, capacità nel decidere. L’autore, frequentatore di sentieri per scelta e per necessità, per raggiungere, fuggire, esplorare, conoscere, non racconta di itinerari specifici – migliaia di guide già se ne occupano – ma di quello che i sentieri, a suo giudizio, possono rappresentare per chi li affronta con i piedi e la testa, con gli occhi e il cuore.
“Il mondo, quello che ci circonda, e il caos, quello che abbiamo dentro, hanno ancora molto da offrire se torniamo a esplorarli a passo lento.”
Franco Faggiani (Roma, 1948), giornalista, scrittore e nomade, soprattutto tra le montagne e i boschi, che non sono solo scenario ma veri coprotagonisti dei suoi libri. Gli ambienti naturali, insieme alle persone che li vivono, sono dunque sempre stati in primo piano in tutti i romanzi pubblicati con Fazi Editore, e hanno contribuito alla conquista di numerosi premi (Selezione Bancarella, Premio Cortina, Gambrinus Mazzotti, Asti d’appello, Biblioteche di Roma, Le Gran Prix du Salon du Livre de Montagne, in Francia, per citarne alcuni), alla traduzione in sette paesi e soprattutto all’apprezzamento di moltissimi lettori, anche oltre confine. Per Aboca Edizioni ha pubblicato La compagnia del gelso (2023), finalista al Premio Campiello Natura nel 2024.
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Il sentiero è il filo sottile con cui la terra è imbastita. Cucitura che da sempre mette in collegamento luoghi più o meno lontani ma anche persone, modi di vivere, intenti. Il sentiero unisce e permette di condividere conoscenze, scoperte e beni. È arrivato prima delle strade e per migliaia, migliaia d’anni è stato calpestato da coloro che, via via, hanno costruito le civiltà: cacciatori nomadi, agricoltori, commercianti, uomini d’arti e di armi, fabbricanti, filosofi, cavalieri e pellegrini. Il sentiero non è mai uguale nemmeno a sé stesso. Cambia in continuazione in base alle stagioni, al trascorrere del tempo, al mutare del clima e perfino al passare delle ore. Il sentiero non può essere uniformato, ognuno ha la sua funzione. C’è quello dei cacciatori, dei viandanti, di chi fa lavori ormai inusuali; c’è quello storico e religioso, quello che attraversa luoghi dimenticati; quello che porta verso la quiete di un rifugio e anche quello che sembra non condurre da nessuna parte ma che, a osservare bene intorno, ha ancora molto da raccontare. Il sentiero è anche capace di portarci dalla sicurezza di un posto noto all’incertezza di uno ignoto provocando a ogni passo sentimenti e sensazioni: paura, sgomento, euforia, consapevolezza, coraggio, scoperta, capacità nel decidere. L’autore, frequentatore di sentieri per scelta e per necessità, per raggiungere, fuggire, esplorare, conoscere, non racconta di itinerari specifici – migliaia di guide già se ne occupano – ma di quello che i sentieri, a suo giudizio, possono rappresentare per chi li affronta con i piedi e la testa, con gli occhi e il cuore.
“Il mondo, quello che ci circonda, e il caos, quello che abbiamo dentro, hanno ancora molto da offrire se torniamo a esplorarli a passo lento.”
Franco Faggiani (Roma, 1948), giornalista, scrittore e nomade, soprattutto tra le montagne e i boschi, che non sono solo scenario ma veri coprotagonisti dei suoi libri. Gli ambienti naturali, insieme alle persone che li vivono, sono dunque sempre stati in primo piano in tutti i romanzi pubblicati con Fazi Editore, e hanno contribuito alla conquista di numerosi premi (Selezione Bancarella, Premio Cortina, Gambrinus Mazzotti, Asti d’appello, Biblioteche di Roma, Le Gran Prix du Salon du Livre de Montagne, in Francia, per citarne alcuni), alla traduzione in sette paesi e soprattutto all’apprezzamento di moltissimi lettori, anche oltre confine. Per Aboca Edizioni ha pubblicato La compagnia del gelso (2023), finalista al Premio Campiello Natura nel 2024.
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