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Uno «jocondo et alegro tractato», un'affascinante sintesi di logica e matematica, un volume per chiunque ami gli scacchi e l'evoluzione storica del gioco.

“Jocondo et allegro tractato”. A fascinating description of logic and mathematics, a volume for all lovers of chess and the historic evolution of the game.

Disponibilité: Disponible
SKU: KITDELUDO
ISBN/EAN: 8032472003366

In aggiunta all'edizione in tiratura limitata, numerata e certificata, Aboca Edizioni presenta il facsimile ad uso professionale del De ludo scachorum, manoscritto autografo di Luca Pacioli. Ritrovato all'interno dell'Archivio Coronini Cronberg da Duilio Contin, direttore della Bibliotheca Antiqua di Aboca Museum, il volume propone centodiciassette partite di scacchi, alcune delle quali giocate secondo la rivoluzionaria tecnica a la rabiosa.

Dalla nota di Alessandro Sanvito: «Luca Pacioli era non solo uno scacchista, ma addirittura un esperto e appassionato cultore di questa disciplina della mente che, con i suoi molteplici risvolti, non poteva non suscitare l'interesse di uno scienziato della sua levatura. È possibile che Pacioli sia stato affascinato dalle complesse caratteristiche insite negli scacchi, ma non fu improvvisa infatuazione: più credibile una passione di lunga data. […] Una fra le principali ragioni del suo interesse per gli scacchi potrebbe essere cercata in un moderno assioma scacchistico: una partita a scacchi, secondo le teorie attuali, si divide in tre parti: la prima riguarda l'apertura, poi segue il centro della partita e termina con il finale.  Per quest'ultima parte ne è stato coniato uno che suona più o meno così: data una posizione finale, e sul presupposto che i giocatori non sbaglino nessuna mossa, il risultato è matematicamente scontato. E perché i partiti, sia pur fantasiosamente e senza mai dimenticare lo scopo della scommessa, simulavano quasi sempre delle posizioni che avevano come finalità il matto vincente si può immaginare che tale peculiarità potesse stimolare l'attenzione di un matematico della sua caratura».

Il commentario che accompagna il testo è opera di linguisti, paleografi e maestri scacchisti e  affronta le fasi del rinvenimento e della trascrizione del manoscritto, l’attribuzione della paternità a Luca Pacioli e le tecniche scacchistiche illustrate dal grande matematico rinascimentale.

I facsimili ad uso professionale di Aboca: opere fondamentali a disposizione di tutti. Leggendarie edizioni e splendidi manoscritti, selezionati nelle biblioteche di tutto il mondo, sono stati riprodotti attraverso tecniche di stampa d'avanguardia e corredati da ampi e puntuali apparati critici.

Note

Presentazione di Valentino Mercati.
Contributi di Diego D'Elia, Serenella Ferrari Benedetti, Duilio Contin, Attilio Bartoli Langeli, Enzo Mattesini, Alessandro Sanvito, Adolivio Capece.

Altre informazioni

Dedicato alla marchesa di Mantova Isabella d’Este, il manoscritto, intitolato De Ludo Scachorum Schifanoia, è menzionato da Pacioli nel suo De Viribus Quantitatis ed in una richiesta di privilegio di stampa avanzata, ma mai accolta, nel 1508 al Senato Veneziano.        
Da quegli anni l’opera cadde in una sorta di oblio e fu ritrovata da Duilio Contin nel dicembre del 2006 tra i ventiduemila volumi dell'Archivio Coronini Cronberg, come ms. 7955 XV secolo. Il conte Guglielmo Coronini aveva acquistato personalmente il prezioso manoscritto, che risulta in suo possesso almeno dal 1950, anno a cui risale una lettera nella quale egli lo segnalava, per un eventuale vendita, alla ditta newyorkese The Rosenbach Company.


In addition to the numbered and certified limited edition, Aboca Edizioni prevents the facsimile for professional use of the De ludo scachorum, manuscript by Luca Pacioli. Taken from the Coronini Cronberg archive by Duilio Contin, director of the Bibliotheca Antiqua at Aboca Museum, the volume describes 117 games of chess, some of which played according to the revolutionary technique, a la rabiosa.

From the comment by Alessandro Sanvito: "Luca Pacioli was not only a chessplayer, but a true expert and passionate follower of this mental discipline which, with its multitude of possibilities, could not but garner the interest of a scientist of his eminence. It is possible that Pacioli was fascinated by the complex characteristics of chess, but it was not a passing infatuation; more likely a passion of long standing. […] One of the primary reasons for his interest in chess could be found in a modern chess concept. A game of chess, according to current theories, is divided into three parts. The first is the opening, then the central part of the game and finally the endgame.  For this final part it has been suggested that given a final position, and the hypothesis that neither players will make a wrong move, the outcome is mathematically null. And because the games, while only hypothetically and without ever forgetting the purpose of the challenge, almost always simulate positions that had check mate as the goal, you can imagine how this peculiarity could stimulate the attention of a mathematician of his stature".

The commentary accompanying the text is the work of linguists, paleographers and grandmasters and covers all the phases of revealing and transcribing the manuscript, and attributes it to Luca Pacioli and the chess techniques illustrated by the major Renaissance mathematician.

Aboca facsimiles for professional use: fundamental works available to all. Legendary additions and splendid manuscripts, selected from the libraries throughout the world, have been reproduced using avant-garde printing techniques, complete with thorough and concise critiques.

Notes

Introduction by Valentino Mercati
Contributions by Diego D'Elia, Serenella Ferrari Benedetti, Duilio Contin, Attilio Bartoli Langeli, Enzo Mattesini, Alessandro Sanvito, Adolivio Capece.

Other information

Dedicated to the Marchioness of Mantova, Isabella d’Este, the manuscript, entitled De Ludo Scachorum Schifanoia, was mentioned by Pacioli in his De Viribus Quantitatis and in a privileged application for advanced printing, but never realised, in 1508 at the Venetian Senate.        
Since those years the work fell into oblivion and was rediscovered by Duilio Contin in December 2006 among the 22,000 volumes of the Coronini Cronberg archive, as ms. 7955 XV century. Count Guglielmo Coronini had personally acquired the precious manuscript which was in his possession at least from 1950, the year of a letter in which he instructed, for potential sale, The Rosenbach Company in New York.

Anno di pubblicazione: 2007
Formato: 27,5 x 33 x 8,5 cm
Pagine: 102
Lingua: Italiano e volgare

Anno di pubblicazione: 2007
Formato: 27,5 x 33 x 8,5 cm
Pagine: 102
Lingua: Italiano e volgare

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