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Questo libro è una raccolta di esempi in cui la dimensione visuale ha avuto un impatto significativo sulle più ampie concezioni e percezioni sociali e culturali del mondo naturale.

Questo libro è una raccolta di esempi in cui la dimensione visuale ha avuto un impatto significativo sulle più ampie concezioni e percezioni sociali e culturali del mondo naturale.

Disponibilité: Disponible
SKU: LIBNAIMMA
ISBN/EAN: 9788895642970

Che cosa hanno in comune la “doppia elica” del DNA e la foto della Terra vista dalla Luna? E da dove viene quell’immagine della fecondazione assistita che abbiamo visto mille volte, sui giornali o in televisione?

Nature immaginate raccoglie numerosi esempi che dimostrano come la dimensione visuale abbia avuto un impatto significativo sulle concezioni e percezioni sociali e culturali della Natura. Sono molte le immagini divenute una convenzione visiva – e in certi casi una vera e propria icona – su temi quali, ad esempio, l’evoluzione umana o la struttura dell’atomo.

Arricchito da circa 250 fotografie e illustrazioni a colori, il volume ripercorre la storia di ciascuna immagine e ne documenta l’impatto sociale e culturale attraverso la pittura, il cinema, il fumetto, la comunicazione pubblicitaria.

In molti casi le stesse modalità di produzione dell'immagine non sono meno articolate di quelle che ne hanno accompagnato il successo "popolare". Perché una rappresentazione visiva divenga uno stereotipo occorre infatti un concorso di saperi, attori, linguaggi espressivi e pubblici diversi.

Galileo non avrebbe rappresentato la superficie lunare in un certo modo senza le competenze al disegno acquisite negli anni della formazione; il dodo, così come oggi lo vediamo, è frutto di singolari rimbalzi tra arte, scienza e letteratura; il cosiddetto “mostro di Frankenstein”, metafora delle nostre più grandi paure di stravolgimento dell’ordine naturale, deve la sua fama forse più a un truccatore di Hollywood che alla sua originaria creatrice Mary Shelley.

Massimiano Bucchi è professore di Sociologia della Scienza e Comunicazione della Scienza presso l’Università di Trento ed è stato visiting professor in numerose università in Asia, Europa e Nord America. Ha pubblicato diversi saggi in riviste scientifiche quali "Nature and Science" oltre ai libri in Italia, Regno Unito, USA, Spagna, America Latina, Finlandia e Corea. I più recenti sono Il pollo di Newton. La scienza in cucina (Guanda, 2013) e Il diavolo non gioca a dadi. Da Einstein a Hiroshima (eBook Rcs, 2015). Collabora a "Repubblica" e dirige la rivista "Public Understanding of Science"

Elena Canadelli è assegnista di ricerca in Storia della Scienza all’Università di Padova. Associate Editor di "Nuncius. Journal of the Material and Visual History of Science", si occupa di scienza e visuale, musei, rapporti tra scienza e immaginario. E' autrice dei volumi Più positivo dei positivisti. Antropologia, psicologia, evoluzionismo in Tito Vignoli (ETS, 2013) e Icone organiche. Estetica della natura in Ernst Haeckel e Karl Blossfeldt (Mimesis, 2006). Insieme a Stefano Locati, è autrice di Evolution. Darwin e il cinema (Le Mani, 2009).


Che cosa hanno in comune la “doppia elica” del DNA e la foto della Terra vista dalla Luna? E da dove viene quell’immagine della fecondazione assistita che abbiamo visto mille volte, sui giornali o in televisione?

Nature immaginate raccoglie numerosi esempi che dimostrano come la dimensione visuale abbia avuto un impatto significativo sulle concezioni e percezioni sociali e culturali della Natura. Sono molte le immagini divenute una convenzione visiva – e in certi casi una vera e propria icona – su temi quali, ad esempio, l’evoluzione umana o la struttura dell’atomo.

Arricchito da circa 250 fotografie e illustrazioni a colori, il volume ripercorre la storia di ciascuna immagine e ne documenta l’impatto sociale e culturale attraverso la pittura, il cinema, il fumetto, la comunicazione pubblicitaria.

In molti casi le stesse modalità di produzione dell'immagine non sono meno articolate di quelle che ne hanno accompagnato il successo "popolare". Perché una rappresentazione visiva divenga uno stereotipo occorre infatti un concorso di saperi, attori, linguaggi espressivi e pubblici diversi.

Galileo non avrebbe rappresentato la superficie lunare in un certo modo senza le competenze al disegno acquisite negli anni della formazione; il dodo, così come oggi lo vediamo, è frutto di singolari rimbalzi tra arte, scienza e letteratura; il cosiddetto “mostro di Frankenstein”, metafora delle nostre più grandi paure di stravolgimento dell’ordine naturale, deve la sua fama forse più a un truccatore di Hollywood che alla sua originaria creatrice Mary Shelley.

Massimiano Bucchi è professore di Sociologia della Scienza e Comunicazione della Scienza presso l’Università di Trento ed è stato visiting professor in numerose università in Asia, Europa e Nord America. Ha pubblicato diversi saggi in riviste scientifiche quali "Nature and Science" oltre ai libri in Italia, Regno Unito, USA, Spagna, America Latina, Finlandia e Corea. I più recenti sono Il pollo di Newton. La scienza in cucina (Guanda, 2013) e Il diavolo non gioca a dadi. Da Einstein a Hiroshima (eBook Rcs, 2015). Collabora a "Repubblica" e dirige la rivista "Public Understanding of Science"

Elena Canadelli è assegnista di ricerca in Storia della Scienza all’Università di Padova. Associate Editor di "Nuncius. Journal of the Material and Visual History of Science", si occupa di scienza e visuale, musei, rapporti tra scienza e immaginario. E' autrice dei volumi Più positivo dei positivisti. Antropologia, psicologia, evoluzionismo in Tito Vignoli (ETS, 2013) e Icone organiche. Estetica della natura in Ernst Haeckel e Karl Blossfeldt (Mimesis, 2006). Insieme a Stefano Locati, è autrice di Evolution. Darwin e il cinema (Le Mani, 2009).

Anno di pubblicazione 2015
Formato cm 16,5 x 24
Pag. 224
Illustrazioni: 250

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Formato cm 16,5 x 24
Pag. 224
Illustrazioni: 250

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