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La storia della neve è la storia di un prodotto, di un mercato, di una tecnologia. Oggi il ghiaccio e la neve si producono solo per soddisfare bisogni superflui. Il paradosso è che per avere le nostre case sempre fresche e i nostri frigoriferi sempre più grandi, stiamo contribuendo a rendere la Terra un pianeta torrido: per avere la neve artificiale, ci stiamo privando del piacere di contemplare la neve naturale.

La storia della neve è la storia di un prodotto, di un mercato, di una tecnologia. Oggi il ghiaccio e la neve si producono solo per soddisfare bisogni superflui. Il paradosso è che per avere le nostre case sempre fresche e i nostri frigoriferi sempre più grandi, stiamo contribuendo a rendere la Terra un pianeta torrido: per avere la neve artificiale, ci stiamo privando del piacere di contemplare la neve naturale.

Disponibilité: Disponible
SKU: LIBSTONEV
ISBN/EAN: 9788855231602

Disponibile anche in versione eBook a €8,49

Available on e-book at €8,49


La storia della conservazione della neve è un’epopea mondiale che tocca tutte le aree geografiche e tutte le grandi civiltà: dagli assiri agli egizi, dalla Roma di Nerone alla Cina Imperiale, dalle raffinate corti dell’Italia rinascimentale alla Versailles del Re Sole. Fin dall’antichità il freddo è stato uno dei mezzi più semplici per conservare gli alimenti deperibili. Il ghiaccio e la neve venivano utilizzati anche per preparare specialità gastronomiche particolarmente ricercate o, più semplicemente, per rinfrescare pietanze e bevande. Non solo: il freddo fu per lungo tempo l’unico presidio medico davvero efficace nel controllo della temperatura corporea. Da qui scaturiva la necessità di un’attività di produzione, raccolta e commercio immane e costellata di sfide logistiche che presentavano problemi tecnici non indifferenti e che vennero del tutto superati solo nella seconda metà del XIX secolo, con l’invenzione della macchina per produrre artificialmente il ghiaccio.
Attraverso un arco temporale che va dall’antichità ai giorni nostri, l’originalissimo saggio di Alberto Grandi ripercorre le tappe di questa incredibile storia, in gran parte sconosciuta, che ha avuto momenti davvero epici e ha rappresentato, almeno fino alla metà del XX secolo, una realtà economica di rilevanza internazionale. Una storia che fa emergere non solo elementi economici di grande interesse e attualità ma anche qualcosa di più sorprendente, vale a dire la dimensione culturale dell’uso del freddo. Oggi come nel passato, infatti, il livello dei consumi di ghiaccio non è mai stato solo legato alla sua disponibilità a basso costo, ma sembra essere strettamente connesso a particolari propensioni e ai gusti dei consumatori, a qualcosa, in altre parole, che potremmo definire come una simbologia sociale del freddo.

Alberto Grandi (Mantova, 1967) è professore associato all’Università di Parma dove insegna Storia delle imprese e Storia dell’integrazione europea. È stato inoltre docente di Storia economica e Storia dell’alimentazione. È autore di circa una quarantina di saggi e monografie pubblicate in Italia e all’estero.
Per Mondadori, nel 2018, è uscito Denominazione di origine inventata. Le bugie del marketing sui prodotti tipici italiani che ora è diventato un podcast di grandissimo successo.

Scopri di più su Aboca Edizioni

La storia della conservazione della neve è un’epopea mondiale che tocca tutte le aree geografiche e tutte le grandi civiltà: dagli assiri agli egizi, dalla Roma di Nerone alla Cina Imperiale, dalle raffinate corti dell’Italia rinascimentale alla Versailles del Re Sole. Fin dall’antichità il freddo è stato uno dei mezzi più semplici per conservare gli alimenti deperibili. Il ghiaccio e la neve venivano utilizzati anche per preparare specialità gastronomiche particolarmente ricercate o, più semplicemente, per rinfrescare pietanze e bevande. Non solo: il freddo fu per lungo tempo l’unico presidio medico davvero efficace nel controllo della temperatura corporea. Da qui scaturiva la necessità di un’attività di produzione, raccolta e commercio immane e costellata di sfide logistiche che presentavano problemi tecnici non indifferenti e che vennero del tutto superati solo nella seconda metà del XIX secolo, con l’invenzione della macchina per produrre artificialmente il ghiaccio.
Attraverso un arco temporale che va dall’antichità ai giorni nostri, l’originalissimo saggio di Alberto Grandi ripercorre le tappe di questa incredibile storia, in gran parte sconosciuta, che ha avuto momenti davvero epici e ha rappresentato, almeno fino alla metà del XX secolo, una realtà economica di rilevanza internazionale. Una storia che fa emergere non solo elementi economici di grande interesse e attualità ma anche qualcosa di più sorprendente, vale a dire la dimensione culturale dell’uso del freddo. Oggi come nel passato, infatti, il livello dei consumi di ghiaccio non è mai stato solo legato alla sua disponibilità a basso costo, ma sembra essere strettamente connesso a particolari propensioni e ai gusti dei consumatori, a qualcosa, in altre parole, che potremmo definire come una simbologia sociale del freddo.

Alberto Grandi (Mantova, 1967) è professore associato all’Università di Parma dove insegna Storia delle imprese e Storia dell’integrazione europea. È stato inoltre docente di Storia economica e Storia dell’alimentazione. È autore di circa una quarantina di saggi e monografie pubblicate in Italia e all’estero.
Per Mondadori, nel 2018, è uscito Denominazione di origine inventata. Le bugie del marketing sui prodotti tipici italiani che ora è diventato un podcast di grandissimo successo.

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Anno di pubblicazione: 2022
Formato cm 15 x 22,5
Pag. 200
Lingua: italiano

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Pag. 200
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