All’inizio siamo in Calabria, dove un fatto di cronaca, un caso di presunta pedofilia, rimette in moto l’antica amicizia (che a ben vedere non è mai stata soltanto un’amicizia) tra il narratore e un’ex compagna di liceo: Federica, leggendariamente bella e viziata, da sempre in coppia con Lino e madre di due ragazzi. La scena si sposta poi in Tunisia, a Londra, a Roma, in un incessante inseguirsi di chi racconta e di chi è raccontato. Ma in conclusione sarà proprio la vicenda del professor Marco Ferro e del suo giovane allievo Yussef, finita nelle aule dei tribunali e sulle colonne di nera dei quotidiani, a restituire verità alle complicate geometrie sentimentali del narratore, di Federica, dei figli e degli altri personaggi che si stringono in queste pagine.
Alla domanda di partenza naturalmente non ci sarà una risposta semplice e univoca, perché la letteratura sa solo domandare. Tuttavia, nel mito di Dafne trasformata in albero di alloro, evocato in un momento cruciale della storia, si svelerà una risposta tanto chiara quanto crudele per tutti.
Mario Fortunato è nato in Calabria e a lungo ha vissuto a Londra, dove è stato direttore dell’Istituto Italiano di Cultura. Ha collaborato con Bbc, “The Guardian”, “Le Monde” e “Süddeutsche Zeitung”. Per molti anni critico letterario del settimanale “l’Espresso”, traduttore di autori come Maupassant, Virginia Woolf, Evelyn Waugh e Francis Scott Fitzgerald, è autore di romanzi, saggi e memoir. I suoi ultimi libri sono: Sud (Bompiani, 2020) Autobiografia della gaffe (Neri Pozza, 2022) e Atlante delle città incognite (Bompiani, 2022). Tra gli altri ricordiamo anche: Luoghi naturali, il suo libro d’esordio, L’arte di perdere peso e I giorni innocenti della guerra (nel 2007 secondo classificato al Premio Strega e vincitore dei premi Mondello e Super Mondello).
“Mario Fortunato si rivela un maestro del racconto.” - Le Monde
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All’inizio siamo in Calabria, dove un fatto di cronaca, un caso di presunta pedofilia, rimette in moto l’antica amicizia (che a ben vedere non è mai stata soltanto un’amicizia) tra il narratore e un’ex compagna di liceo: Federica, leggendariamente bella e viziata, da sempre in coppia con Lino e madre di due ragazzi. La scena si sposta poi in Tunisia, a Londra, a Roma, in un incessante inseguirsi di chi racconta e di chi è raccontato. Ma in conclusione sarà proprio la vicenda del professor Marco Ferro e del suo giovane allievo Yussef, finita nelle aule dei tribunali e sulle colonne di nera dei quotidiani, a restituire verità alle complicate geometrie sentimentali del narratore, di Federica, dei figli e degli altri personaggi che si stringono in queste pagine.
Alla domanda di partenza naturalmente non ci sarà una risposta semplice e univoca, perché la letteratura sa solo domandare. Tuttavia, nel mito di Dafne trasformata in albero di alloro, evocato in un momento cruciale della storia, si svelerà una risposta tanto chiara quanto crudele per tutti.
Mario Fortunato è nato in Calabria e a lungo ha vissuto a Londra, dove è stato direttore dell’Istituto Italiano di Cultura. Ha collaborato con Bbc, “The Guardian”, “Le Monde” e “Süddeutsche Zeitung”. Per molti anni critico letterario del settimanale “l’Espresso”, traduttore di autori come Maupassant, Virginia Woolf, Evelyn Waugh e Francis Scott Fitzgerald, è autore di romanzi, saggi e memoir. I suoi ultimi libri sono: Sud (Bompiani, 2020) Autobiografia della gaffe (Neri Pozza, 2022) e Atlante delle città incognite (Bompiani, 2022). Tra gli altri ricordiamo anche: Luoghi naturali, il suo libro d’esordio, L’arte di perdere peso e I giorni innocenti della guerra (nel 2007 secondo classificato al Premio Strega e vincitore dei premi Mondello e Super Mondello).
“Mario Fortunato si rivela un maestro del racconto.” - Le Monde
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